Nel ventre della balena

Schede biografiche di alcuni rastrellati del 17 aprile 1944

Riccardo Sansone

La presente sezione illustra le potenzialità di un progetto di ricerca storiografica attualmente in corso che ha – fra le sue finalità – quella di riuscire a restituire le singole storie degli oltre settecento rastrellati del Quadraro alla memoria collettiva cittadina e a quella nazionale. Attraverso la creazione di un format compilativo di tipo storico-biografico, si punta a valorizzare la molteplicità di fonti archivistiche, pubbliche e di famiglia, esistenti e mai messe a confronto. Le schede di seguito riportate mettono in luce, per la prima volta, quanti fra i rastrellati del 17 aprile 1944 fecero parte della Resistenza romana e quanti di quella italiana dopo il loro arresto, quanti riuscirono a scappare o a lavorare per l’industria bellica tedesca, chi sopravvisse e chi, al contrario, perse la vita. Uno degli obiettivi è quello di riuscire a creare un database con tutte le informazioni raccolte e renderlo fruibile e alla portata di tutti su una pagina dedicata al Rastrellamento del Quadraro sul sito internet del Festival Bella Storia – Narrazioni di strada (www.bellastoriafestival.it).
 
1.    

Nome: Andreino
Cognome: Andreini
Data e luogo di nascita: 26 dicembre 1909, Carpiglia Marittima
Domicilio: Via dei Lentuli, 76 (REY)
Mestiere: Operatore Cinematografico (Cinema Quadraro) (REY)
Formazione partigiana: //
Matricola Fossoli: 558
Lavoro coatto: Rodleben (Archivio Guidi)          
Data ritorno: 10 agosto 1945
 
Andreini Andreino (Rodleben, 17/11/1944)
Di professione fa l’operatore / ma bravo anche a far l’elettricista; / lavora alacremente a tutte l’ore / per farne di tal campo la conquista. // E’ medico speciale di motori, / ferri da stiro ed anche di fornelli, / di macchine a benzina, riflettori, / artefice di cuori con ceselli. // Accomoda lucchetti e serrature / e oggetti ancora di varia portata; / specializzato per le saldature / in guisa molto fine e delicata. // Però fra tante doti così rare / gli manca quella di sprecar tedesco, / che non ha punto voglia di imparare / essendo di sapore più grottesco. // Sicché tra mille frasi di valore / “Warum” soltanto, gli ha ferito il core! Amedeo Guidi
 
Fonti e bibliografia:
ANRP – Archivio Storico; Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ASCC, MF, f.3.89; ACS, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario b.2661, f.42942; Famiglia Guidi – Novelli – Archivio privato; Per i documenti di Amedeo Guidi si ringrazia Chiara Novelli.
 
2.    

Nome: Luigi
Cognome: Stroppolo
Data e luogo di nascita: 27 ottobre 1891, Talmassons (UD)
Domicilio: Via dei Quintili, 218 (REY)
Mestiere: Custode Mensa Economica
Formazione partigiana: //
Matricola Fossoli: //
Lavoro coatto: Heydebreck (Polonia)
Data e luogo del decesso: 7 agosto 1944 Heydebreck (Polonia)
 
Fonti e bibliografia:
ANRP – Archivio Storico; Archivio Parrocchia S. Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; Anagrafe del Comune di Roma – Atto di morte;
 


3.    

Nome: Artemio
Cognome: Casadei
Data e luogo di nascita: 17 luglio 1919, Roma
Domicilio: Via dei Furi 16 (REY)
Mestiere: Operaio (REY)
Formazione partigiana: PCI 8^ zona
Matricola Fossoli: //
Lavoro coatto: //                                 
Data ritorno: 17 agosto 1944 (REY)
 

Artemio entra a far parte della Resistenza locale, venendo nominato caposquadra da Nino Franchellucci, commissario Politico dell’VIII zona del PCI clandestino. Partecipa a diverse azioni militari fra cui: trasporto e custodia di armi e munizioni; sabotaggio di fusti di benzina nelle cave adiacenti l’aeroporto di Centocelle; il 12 marzo 1944, durante il discorso di Pio XI, si trova assieme ai suoi compagni, in mezzo alla folla dei fedeli in Piazza San Pietro, a lanciare slogan contro i tedeschi. All’alba del 17 aprile 1944, Artemio viene prelevato a casa e avviato, assieme a tutti gli altri rastrellati del Quadraro, al campo di transito di Fossoli dove arriva il 2 maggio 1944. Nella relazione che presenta alla Commissione di II° grado per il riconoscimento della qualifica di partigiano, Artemio racconta: 
[…] Appena in Campo prendevo subito contatto con esponenti del Comitato di Liberazione Milanese e precisamente con i compagni Roda Cesare, Gorla Giuseppe, Cavarero Carlo 1 formando una cellula comunista tra i compagni rastrellati del Quadraro.
Artemio Casadei viene riconosciuto Partigiano Combattente nella seduta del 26 febbraio 1948
 
Fonti e bibliografia:
Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.330, carteggio Casadei Artemio.
 
 
4.    

Nome: Angelo
Cognome: Del Vecchio
Data e luogo di nascita: 18 dicembre 1899, San Paolo del Brasile
Domicilio: Via degli Arvali 71 (REY)
Mestiere: Autista privato (REY)
Formazione partigiana:  PCI 8^ zona
Matricola Fossoli: 896
Lavoro coatto: Rhumspringe G. Lager / Gusen 
Luogo e data decesso: Mauthausen-Gusen (Germania) 8 agosto 1944
 
Angelo, classe 1899, nato in Brasile, è sposato con Celeste di Rocco quando viene rastrellato la mattina del 17 aprile 1944. Nel dopoguerra è proprio Celeste a fare richiesta per fargli riconoscere la qualifica di partigiano combattente dalla Commissione Regionale Laziale. Viene avviata la pratica per accertare se davvero Angelo Del Vecchio abbia svolto attività partigiana prima di essere deportato. Le informazioni vengono richieste alla Stazione dei Carabinieri del Quadraro che raccoglie le dichiarazioni di due suoi compagni di militanza e di prigionia, Giuseppe Giacopetti e Massimo Urbani.
 
Io sottoscritto Giacopetti Giuseppe […] dichiaro […] di conoscere di persona Del Vecchio Angelo sin dal 1924 o 1925. Unitamente siamo stati catturati dai tedeschi al Quadraro il 17/04/1944 e deportati in Germania ove dopo essere stati insieme in un campo di concentramento e precisamente in quello di Rispring [NdR. forse Rhumspringe G. Lager] ma poi egli venne portato altrove e non l’ho più rivisto. Seppi si da quando ero in prigionia che egli era morto in un campo di prigionia, ma non seppi come e quando con precisione. [Testimonianza resa da Giuseppe Giacopetti alla Stazione dei Carabinieri del Quadraro in data 16 maggio 1948]
 
[…] La prima sosta la facemmo verso i confini della Prussia e poi ci internarono nel campo di Reispringher [NdR. forse Rhumspringe G. Lager] venimmo trasferiti a quello di Gusen. In questo campo mi rividi ancora con certo Del Vecchio Angelo che abitava al Quadraro e insieme siamo rimasti fino al giorno in cui egli a causa degli stenti e dei patimenti a cui tutti fummo sottoposti e che lui non riuscì a sopportare, decedette sotto i miei occhi. Infatti, le sue condizioni erano tali che finalmente i tedeschi ebbero pietà di lui e volevano condurlo con una motocicletta in un ospedale ma non fecero in tempo ad uscire dal campo che Del Vecchio decedette. Dopo due o tre giorni trasportarono il cadavere del Del Vecchio in una località chiamata Chentino (Controllare nome vero) a circa 15 km dal campo per seppellirlo ed io fui uno di quelli incaricati per il seppellimento. Io, il Del Vecchio allorché ci trovavamo al Quadraro lo conoscevo di vista ma non lo praticavo, mentre l’ho conosciuto a fondo durante la prigionia. [NdR. Dichiarazione resa da Massimo Urbani alla Stazione dei Carabinieri del Quadraro in data 17 maggio 1948]
 
Fonti e bibliografia:
Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.52 – f. 5138, b.303 – f.1599.3 – Dichiarazioni di Giuseppe Giacopetti e Massimo Urbani, b.330 – carteggio Del Vecchio Angelo; Fondazione Fossoli – Banca Dati; nominativo trovato da Eugenio Iafrate in Presidenza del Consiglio dei Ministri – Elenchi nominativi delle domande accolte per gli indennizzi a cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge 6 febbraio 1963, n. 404;


 
5.    

Nome: Nazzareno
Cognome: Bonifazi
Data e luogo di nascita:                     
Domicilio: Via Cincinnato 44 (REY)
Mestiere: Muratore (REY)
Formazione partigiana: //
Matricola Fossoli: 896
Lavoro coatto: Falkenberg & Co (Amburgo)   
Data ritorno: 6 settembre 1945
 
[…] la mattina del 17.4.1944 alle ore 4,30 fui preso io e mio figlio del 1925 dalla SS tedesca e portati al campo politici di Fossoli P.va di Modena, dopo due mesi di sosta in questo campo sicuri di essere fucilati tutti e due, ci spedirono al campo dei zebrati a Falchenberg a otto chilometri da Amburgo la seconda grande città della Germania e li sostassimo il freddo, fame e botte per 18 mesi. Da pochi mesi tornato fra le braccia dei miei cari, adesso o voluto fare questa domanda… Rientrato in Italia il 6.9.1945. Ha moglie e 7 figli a carico. [Relazione personale di Bonifazi Nazareno alla Commissione laziale per il riconoscimento qualifica di partigiano, s.d., Simonetta Carolini]
 
Fonti e bibliografia:
Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ASCC, MF, f.3.89; Documento segnalato e trascritto da Simonetta Carolini in ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.20 (vecchia collocazione), carteggio Bonifazi Nazareno.


6.    

Nome: Domenico
Cognome: Pagliari
Data e luogo di nascita: 5 novembre 1906, Massafra
Domicilio: Via dei Quintili, 76 (REY)
Mestiere: Carabiniere Reale
Formazione partigiana: Banda Filippo Caruso
Matricola Fossoli: 581
Lavoro coatto: Scappa il 27 luglio 1944
Data ritorno: 19 settembre 1944
 
[…] Durante la permanenza in questo ultimo campo [NdR. Fossoli], lo scrivente formò la cellula dei militari dell’Arma n.10 catturati nella stessa occasione. I tedeschi, in data 17 luglio 1944 offrirono il lavoro da effettuarsi in Germania, mediante l’adesione di un contratto di lavoro ai 780 civili rastrellati lo stesso giorno del quartiere Quadraro. Il sottoscritto, malgrado le minacce dei tedeschi che in caso di rifiuto alla desione del contratto suddetto sarebbero stati deportati in Germania e adibiti ai lavori forzati, consigliò loro di seguire le sorti del campo di concentramento. Alla richiesta dei tedeschi ai 10 militari dell’Arma, soltanto due seguirono il sottoscritto ricusando la firma del contratto di lavoro, afidando così la sicura morte che disseminavano di tanto in tanto mediante la fucilazione di internati politici, perchè eravamo considerati tutti politici i rastrellati della zona di Quadraro. Gli altri sette e precisamente: App/to Spolverini Carlo [NdR. Spolverini] e carabinieri Fiorello Ruggero [NdR. Fiorella], Mea Giuseppe, Rascioppa Matteo [NdR. Racioppa], Marocchi Giuseppe, Simeoni [NdR. Nicola?] e Cancellaro [NdR. Cancellara Giuseppe], il 24-6-1944, […] partirono per la Germania, restando così lo scrivente e i carabinieri Mola Giovanni e De Toma Filippo. […] il 26 luglio 1944 i tedeschi, li fecero partire insieme a molti altri alla volta della Germania. Malgrado la scorta tedesca e quella fascista repubblichina, il 27 successivo giunti a Verona, riuscirono ad evadere, dandosi così alla macchia dirigendosi verso sud, con l’intento di varcare il fronte. L’evasione, siccome avvenuta in ore differenti, lo scrivente, si trovò in località Valle Bassa di Novi (Modena) presso la famiglia Verona Umberto, con il carabiniere De Toma, che, unitamente allo stesso, il 19-9-1944, riuscirono, dopo non poche peripezie a varcare il fronte dell’8^armata in direzione di Rimini, e successivamente alla stazione di Urbino (Pesaro) alle ore 17.30 del 20-9-1944, ripresero servizio. [carteggio Pagliari Domenico]
 
Fonti e bibliografia:
Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY), nell’elenco è riportato il cognome di Paglieri Domenico, si tratta probabilmente di un refuso; Fondazione Fossoli – Banca Dati; ASCC, MF, f.3.89. Come nel caso della lista di Don Rey anche nel Primo elenco nominativo degli internati al campo di Fossoli (diocesi di Carpi) appartenenti alla parrocchia del Quadraro – Roma è riportato un nominativo molto simile a Pagliari, Pagliola Domenico – matricola 581 – che potrebbe trattarsi, con ogni probabilità, proprio di Pagliari Domenico; ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.122 – f. 21157 e b.222 – carteggio Pagliari Domenico
 

 
7.    

Nome: Giuseppe
Cognome: Mea
Data e luogo di nascita: 25 marzo 1922, Nardò
Domicilio: Via dei Rufi, 9 (REY)
Mestiere: Carabiniere Reale
Formazione partigiana: Banda Filippo Caruso / Bandiera Rossa
Matricola Fossoli://
Lavoro coatto: Kalle & Co., Wiesbaden-Biebrich (Francoforte)
Data ritorno: 10 agosto 1945
 
Giuseppe Mea, classe 1922, pugliese di Nardò, dopo il servizio di leva, nel gennaio 1942 parte per il fronte albanese dove presta servizio militare con la 9^ Compagnia Sanità del Regio Esercito fino al 4 febbraio 1943. Smobilitato e rimpatriato, il 15 aprile 1943, Giuseppe entra a far parte dei Carabinieri Reali come Carabiniere ausiliario e aggregato alla caserma del Quadraro sotto il comando del Maresciallo Maggiore Sebastiano Floridia, in via dei Quintili.
La mattina del 7 ottobre 1943, il Comandante della stazione ordina ai suoi uomini di abbandonare insieme e velocemente l’edificio per evitare di essere arrestati e deportati dai Nazifascisti. Con il favore delle sorelle di San Giuseppe del Caburlotto e probabilmente di Luigi Daini, Floridia e i suoi Carabinieri si nascondono presso il vicino Sanatorio “Bernardino Ramazzini”, per poi costituirsi in una squadra partigiana del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri del Generale Filippo Caruso al Quadraro. Giuseppe Mea, pur seguendo il suo superiore, sembra collaborare contemporaneamente, fino al 16 aprile 1944, anche con un’altra formazione partigiana radicata nel sanatorio stesso, quella di Bandiera Rossa.
 
Fonti e bibliografia:
Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ASACC, Documentoteca, 260.1; Famiglia Mea –  Archivio privato;
 

8.    

Nome:  Giuseppe                                
Cognome: Corona                        
Data e luogo di nascita: 19 marzo 1882, Tertenia
Domicilio: Via dei Quintili, 218 (REY)

Mestiere: Manovale (REY)                                                         
Formazione partigiana: Isolato / di idee cattoliche                    
Matricola Fossoli: //                     
Lavoro coatto: Heydebreck (Polonia)                          
Data e luogo del decesso: 7 agosto 1944, Heydebreck (Polonia)                           
 
Il Signor Corona Giuseppe […] nel tempo del Governo Nazi-fascista ha cooperato con i Partigiani del Quadraro. Non ha voluto prestarsi in alcun modo ai loro comandi, e quando, a causa della sua attività, era da questi ricercato, si rifugiava in casa nostra insieme con gli altri Partigiani e Soldati in numero di 18. Per tal motivo venne rastrellato e condotto in Germania, dove dopo tante sofferenze rimase vittima in Polonia il 7-8-44.
Con fede attesto
Sr. Maria del Calvario, Sr. di Carità
[Lettera alla Commissione Laziale di Sr. Maria del Calvario in data 5 luglio 1947]
 
Fonti e bibliografia:
ANRP – Archivio Storico; Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.44 – f.4360 Corona Giuseppe e b.266 – f.825 Sabatini Duilio e Corona Giuseppe;
 
 
 
9.    

Nome: Giulio
Cognome: Pellegrini
Data e luogo di nascita: 8 settembre 1893, Zagarolo
Domicilio: Via Pietro Cuppari, 3 (REY)
Mestiere: Operaio (REY)
Formazione partigiana: Bandiera Rossa
Matricola Fossoli: //
Lavoro coatto: Trattendorf (Spremberg)
Data e luogo del decesso: 30 novembre 1944, Verona
 
 
Giulio Pellegrini, classe 1893, originario di Zagarolo dopo aver transitato attraverso il campo di Fossoli, viene mandato nel campo di Trattendorf nel Nord Est della Germania. Arrivato al campo, le condizioni precarie di vita portano ad una recrudescenza della malattia, “un’asma bronchiale cronica”, contratta durante il periodo di prigionia scontato nel precedente primo conflitto mondiale. Riconosciuto non idoneo al lavoro e con grandi problemi di salute, Giulio viene rimandato in Italia presso il Centro Raccolta Lavoratori Italiani Rimpatriati dalla Germania di Verona e ricoverato in ospedale. Muore il 30 novembre 1944 per bronco-polmonite. Giulio Pellegrini viene riconosciuto Partigiano Combattente caduto di Bandiera Rossa il 30 agosto 1946.
 
Fonti e bibliografia:
ANRP – Archivio Storico; Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.127 – f.12692 Pellegrini Giulio.
 
 
10. 

Nome: Marco
Cognome: Grassetti
Data e luogo di nascita: 18 agosto 1899, Orvieto
Domicilio: Via Pietro Cuppari, 53 (REY)
Mestiere: //         
Formazione partigiana: Rosso di San Secondo
Matricola Fossoli: 515
Lavoro coatto: Heydebreck (Polonia)              
Data ritorno: 16 maggio 1945
 
Fonti e bibliografia:
ANRP – Archivio Storico; Archivio Parrocchia S.Maria del Buon Consiglio, Lista Don Gioacchino Rey (REY); Fondazione Fossoli – Banca Dati; ASCC, MF, f.3.89; ACS, Min. Dif. – DG Pers. Mil. – Ricompart – Comm. Laziale, b.309, f. 1736.5 – Varie, Certificati CRI Internazionale di internati in Fossoli e in Germania, Carteggio Grassetti Marco;
 

Sul libro VIII ZONA – Pratiche di Resistenza e Reti Clandestine  le altre schede: https://www.bellastoriafestival.it/2024/04/19/viii-zona-pratiche-di-resistenza-e-reti-clandestine/


 

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NOTE

  1. Roda Cesare (Bruno), operaio, dirigente comunista, combattente in Spagna, confinato, vicecomandante della 3ª brigata Garibaldi Gap “E. Rubini”, deportato entra a Fossoli il 27 aprile 1944 in Giovanna D’Amico, Sulla strada per il Reich. Fossoli, marzo -luglio 1944, Mursia, MIlano 2015, p.464; Gorla Giuseppe nel database di Fossoli esiste Romolo Gorla; Cavarero Carlo entra a Fossoli il 27 aprile 1944, voce presente nel volume Giuseppe Valota, Streikertransport – La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini e Associati, Milano 2007, p.319. ↩︎