L’isola degli Arrusi. Omosessuali al confino fascista

di Luana Rigolli
con Yadàd De Guerre


Sinossi
Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino sull’isola di San Domino, Tremiti, a più di 700 km di distanza. In tutta Italia il regime fascista arrestò e mandò al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuali. Tra le varie province italiane, Catania spiccò per la quantità di arresti: il Questore della città, Alfonso Molina, si mostrò molto scrupoloso e ligio nella sua “caccia” agli omosessuali.
Gli omosessuali di Catania venivano chiamati in città arrusi, o jarrusi: negli anni ‘30 la parola arruso indicava l’uomo che in genere nel rapporto sessuale assumeva il ruolo passivo. Solo i passivi vennero arrestati, mentre chi assumeva il ruolo attivo non subiva alcuna persecuzione perchè veniva considerato un “maschio”.
Nella mia ricerca ho cercato di ricostruire fotograficamente i luoghi in cui questi arrusi si incontravano a Catania prima degli arresti, e i luoghi di confino sull’isola di San Domino. Ho fotografato le schede biografiche, i documenti riguardati l’arresto, le visite mediche e le suppliche presso l’Archivio Centrale di Stato a Roma.
L’isola degli arrusi è anche libro, per info: https://www.luanarigolli.it/book/

Bio

Luana Rigolli è nata a Piacenza, Italia, nel 1983, ma vive a Roma.
Ha studiato Ingegneria Civile, capendo che avrebbe preferito raccontare quello che le stava intorno, invece di modificarlo con opere di ingegneria. Così ha iniziato a fotografare storie con una particolare attenzione alla ricerca storica e all’interazione tra uomo e paesaggio.
È membro fondatore del “Dieci x Dieci Contemporary Photography Festival” che si tiene dal 2015 a Gonzaga (Italia). Nel 2017 ha studiato fotogiornalismo alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze con il Collettivo Terraproject.

Yàdad De Guerre è uno studioso di cinema e attivista antifascista per i diritti delle persone LGBTIQ. Dal 2015 è autore del blog Playing the gender card, nel quale sono stati pubblicati alcuni risultati di un lavoro di indagine e analisi del così detto movimento “no-gender”. Il suo ambito di ricerca si è concentrato particolarmente sulle organizzazioni di estrema destra, oltre che sugli intrecci tra cattolicesimo integralista, neofascismo e associazioni anti-LGBTI e anti-femministe. Ha pubblicato articoli di approfondimento sulle tematiche LGBTQI+ su riviste come Jacobin Italia e Valigia Blu.

La memoria è un ingranaggio collettivo
Foto copertina: Fonte Archivio Centrale dello Stato.